lunedì 26 settembre 2011

Una fenomenologia dell'assenza. Studio su Borges

Dal prologo di Blas Matamoro:

"[...] è una scommessa filosofica quella che Santoro trova in Borges, una riflessione esistenziale tipica del Ventesimo secolo. L'etica come ricerca e la ricerca come bene morale. Può giungere a noi da luoghi inattesi. Un cuchillero che ne sfida un altro crede nell'ordalia della morte; Emma Zunz confida nella legittimità della sua vendetta; i gauchos taciturni, che formano parte del passato epico degli argentini, giocano il proprio destino a carte, a una payada ingegnosa o a un tragico duello con i coltelli. E non aggiungo nulla su Giuda Iscariota, sui monaci penitenti, sui flagellanti a cui fanno riferimento tante scene borgesiane. [...] Santoro ha esplorato l'opera di uno scrittore del Ventesimo secolo chiamato Jorge Luis Borges. Lo ha fatto partendo dall'assenza del soggetto classico - il Soggetto Trascendentale - e dimostrando che, da un punto di vista esistenziale, a partire da questa assenza uno scrittore può costruire la propria soggettività. Un collega di Borges, John Le Carré, che difficilmente avremmo accostato allo scrittore argentino, dichiarò una volta in un'intervista (El País, Madrid, 27/11/2010): «Non vorrei sembrare presuntuoso ma uno scrittore possiede un solo enigma: la propria vita». Borges avrebbe potuto sottoscriverlo? Credo che Santoro risponderebbe di sì."

"Una fenomenologia dell'assenza. Studio su Borges" verrà presentato il giorno 8 novembre alle 18 presso la libreria Perditempo a Napoli.

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